La qualità dell'attaccamento rispecchia le esperienze del bambino di
soddisfazione o meno del suo bisogno di protezione da parte
della figura di riferimento principale (in genere la madre).
La protezione dai pericoli è la funzione principale dell'attaccamento, ma il genitore,
oltre a proteggere attivamente il bambino dai pericoli, gli trasmette anche
insegnamenti ed esempi sui pericoli da cui guardarsi; le informazioni riguardanti
la previsione e la protezione dal pericolo sono per la Crittenden alla base della qualità
dell'attaccamento.
Altri aspetti genitoriali fondamentali affinchè il bambino possa
costruire un attaccamento sicuro sono: la disponibilità affettuosa del
genitore verso il bambino, la costanza di questa disponibilità e
quindi la sua prevedibilità da parte del piccolo e la mancanza di
intrusività da parte del genitore, cioè la sua non-interferenza con la
ricerca esplorativa e l'autonomia del figlio.
Quando il genitore non protegge adeguatamente o non è affettuosamente disponibile o
lo è in modo incostante e imprevedibile oppure è intrusivo, ne derivano tipi di
attaccamenti insicuri o non-organizzati, che possono essere evidenziati
nel bambino già al termine del primo anno di vita.

In alcuni casi, il genitore, costantemente preoccupato per pericoli - per
lo più potenziali - tende a basarsi non sulle informazioni
cognitive ma sul suo proprio tono emotivo: col bambino non è
costantemente disponibile, oscillando dall'iperprotezione a momenti di non
disponibilità (in quanto troppo invischiato con le proprie
emozioni).
Il bambino non ha modo di imparare a basarsi su proprie e dirette
esperienze di pericoli (che non vive realmente in quanto pericoli non
attuali) per cui, per adeguarsi alla figura di attaccamento, tende a
basare il suo funzionamento sull'imprevedibile e ambivalente
emotività del genitore.
Il soggetto con attaccamento insicuro-preoccupato
basa le sue previsioni di pericolo prevalentemente o esclusivamente su
informazioni di tipo affettivo, spesso con aumento delle aspettative di
pericolo e quindi con comportamenti di protezione anche in circostanze
sicure.
Altre volte il genitore rifiuta costantemente i
comportamenti d'attaccamento, evitando il contatto affettivo
col bambino; ne può derivare un attaccamento
insicuro-distanziante.
Il soggetto cresciuto con attaccamento insicuro-distanziante si affida
solo sulle informazioni di tipo cognitivo, con relativa esclusione
dell'affettività.
In entrambi i tipi insicuri d'attaccamento, il
bambino sviluppa una regolazione delle emozioni non ottimale e
presenterà lievi deficit di monitoraggio cognitivo
delle proprie emozioni (metacognizione).
Infine, nei casi più gravi, con genitore psichicamente disturbato, il bambino
non riesce ad organizzare uno schema stabile d'attaccamento.
Il funzionamento mentale che si sviluppa sulla base di un attaccamento
disorganizzato è caratterizzato dall'attribuzione di significati dissociati
alle emozioni suscitate dall'attaccamento in sé e nell'altro.
La disorganizzazione dell'attaccamento nella prima infanzia - pur essendo
compatibile con una discreta salute mentale in assenza di successivi
eventi traumatici - è un fattore di rischio per
successivi disturbi psicopatologici.